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Lotta biologica a residuo zero

Da qualche settimana si parla sempre più spesso del tema dell’utilizzo di pesticidi in agricoltura. Gli agricoltori temono le restrizioni che vorrebbe imporre l’Europa ma dopo le ultime proteste tali restrizioni sembrano essere rimandate. 

Ma perché gli agricoltori temono le restrizioni sull’uso dei pesticidi?
Gli agricoltori temono queste restrizioni perché i prodotti chimici aiutano ad avere una migliore gestione delle piante e delle produzioni garantendone una maggiore protezione contro malattie e insetti. Per fortuna oggi esistono tecniche in grado di offrire un’alternativa all’uso dei prodotti chimici tra cui le quelle basate sull’approccio detto lotta biologica a residuo zero.

Oggi parliamo di lotta biologica a residuo zero con Raffaele Aiello, dottore agronomo.

Per iniziare, potrebbe spiegarci in breve la differenza tra pesticidi e prodotti fitosanitari?
Sono sinonimi, la parola pesticida deriva da due parole: “pest” e “cide”. Quindi, “pesticida” letteralmente significa “che uccide i parassiti” o “che elimina gli organismi dannosi”.  I pesticidi o fitofarmaci sono così i “farmaci delle piante”. Ci sono diversi categorie di prodotti fitosanitari (insetticidi, fungicidi, diserbanti, ecc) e possono essere sia di origine chimica-sintetica (es. molecola di principio attivo) che di origine chimica-naturale (es. bacillus thuringiensis).

il concetto di “residuo zero” nell’olivicoltura e perché è così importante per l’ambiente e la salute umana?
Il residuo zero permette di avere un prodotto finito (frutta, verdura) che non ha nessun residuo di prodotto fitosanitario. Questo è importante per l’ambiente,  per la salute ma anche per aspetti legati alla differenziazione di mercato. Per l’ambiente, con la lotta biologica a residuo zero, andiamo a ridurre o addirittura eliminare l’utilizzo di prodotti fitosanitari ottenendo così vantaggi per la biodiversità e una riduzione dei residui sulla frutta.  Inoltre, con questo approccio, otteniamo al contempo una maggiore resilienza nel tempo da parte degli uliveti ad attacchi di natura parassitaria particolarmente rilevanti. La persistenza del prodotto fitosanitario sulla frutta può comportare rischi sulla salute umana e purtroppo negli anni passati ne abbiamo già avuto prova.  

É importante considerare l’aspetto legato al mercato. Gli agricoltori lamentano spesso una concorrenza sleale da parte dell’import. La lotta con residuo zero può venirci in aiuto consentendo agli agricoltori europei di distinguersi tramite l’offerta di prodotti con un più alto valore aggiunto ed una più elevata sicurezza alimentare derivante da un utilizzo più attento e pianificato dei prodotti fitosanitari.

Come gli insetti utili possono contribuire alla strategia di lotta biologica a residuo zero nell’olivicoltura?
L’utilizzo degli insetti deve essere pianificato all’interno della lotta integrata unita ad altre strategie come l’uso di principi attivi che non danneggiano gli insetti utili e l’uso di lavorazioni meccaniche consapevoli e virtuose dell’inerbimento dell’oliveto la gestione delle strade sterrate di servizio agli appezzamenti coltivati (capezzagne) e aree verdi che delimitano l’oliveto. Tutto ciò per fornire riparo e creare delle autostrade verdi attraverso le quali gli insetti utili possono svernare, ripararsi e spostarsi da zone incolte ai nostri uliveti.

Nell’ambito dei fragoleti, un’efficace strategia di controllo dei parassiti coinvolge l’utilizzo di insetti benefici. Ad esempio, gli Orius laevigatus vengono impiegati per contrastare l’infestazione da tripidi, mentre i Phytoseiulus persimilis sono utilizzati per combattere il Tetranychus urticae, noto anche come ragnetto rosso comune. Gli Aphidius colemani, invece, sono impiegati per contrastare gli afidi neri, mentre le Sphaerophoria rueppellii sono efficaci nel combattere gli afidi. Va sottolineato che questi insetti benefici possono essere impiegati anche in altre colture, come ad esempio negli ulivi.

L’inserimento di nuovi insetti può comportare rischi per l’ecosistema?
No, gli insetti utili sono già presenti in natura. Utilizzarli per la lotta biologica a residuo zero ne comporta solo un aumento. Inoltre, gli insetti utili sono predatori, parassiti e parassitoidi degli insetti dannosi e non delle nostre piante.

Quali sono i benefici a lungo termine della promozione degli insetti utili nella pratica agricola?
L’utilizzo di pochi principi attivi nel tempo all’interno dell’uliveto ha determinato l’insorgere di resistenze da parte degli insetti dannosi causando così una minore efficacia dei principi attivi stessi e il conseguente aumento di uso di prodotti fitosanitari negli uliveti da parte degli agricoltori. 

Attraverso l’uso di insetti utili andiamo a creare nel tempo un equilibrio fra insetti utili e dannosi (predatori e preda) consentendo all’uliveto di ritornare in autonomia al suo originario equilibrio predatore-preda. Serve solo pazienza.

La lotta biologica a residuo zero presenta dei costi aggiuntivi?
Attualmente i costi possono rappresentare un ostacolo e soprattutto i piccoli produttori possono trovare più conveniente l’utilizzo di fitofarmaci chimici. Incentivi e politiche che sposano la causa della sostenibilità consentono ad alcune realtà come le OP (organizzazioni di produttori) di iniziare ad utilizzare questo tipo di tecnologie attraverso la promozione, divulgazione e sostentamento economico nell’uso di questa nuova metodologia di lotta.

Il progetto Liscio come l’Olio, il cui obiettivo è l’olivicoltura sostenibile e le strategie di lotta biologica a residuo zero avranno uno spazio nel futuro?
Certamente. A mio avviso, l’unico modo per affrontare il prossimo futuro nell’agricoltura è attraverso la riduzione dei principi attivi e l’adozione di un approccio integrato che faccia uso di tutte le nuove tecnologie disponibili. È cruciale unirsi in associazioni per aumentare la visibilità e la forza progettuale, agevolando così l’accesso ai finanziamenti necessari per implementare strategie di sostenibilità ambientale. Queste strategie non solo migliorerebbero la qualità dei prodotti e ridurrebbero i rischi, ma offrirebbero anche nuove opportunità di mercato per i produttori europei. Essi potrebbero vantare prodotti di valore superiore, garantendo un livello di sicurezza alimentare più elevato rispetto alla gran parte della concorrenza extracomunitaria.

Ringraziamo Raffaele Aiello per aver voluto rispondere alle nostre domande e averci dato una panoramica sul mondo della lotta biologica a residuo zero. Questo nuovo approccio può rappresentare una valida alternativa all’uso di pesticidi di origine chimica e può fornire, insieme ad altri strumenti, la strada per poter raggiungere gli obiettivi di olivicoltura sostenibile.

Raffaele Aiello
Dottore agronomo