In questi giorni tutti i media ci stanno mostrando le immagini delle proteste degli agricoltori europei. Le proteste, nate in Germania si sono allargate in altri Paesi europei per arrivare anche in Italia. Gli agricoltori italiani, rappresentati dal Coordinamento Nazionale Riscatto Agricolo (CNRA), hanno avanzato le seguenti 10 richieste:
- Riprogrammazione Green Deal
- Importazione e libertà d’impresa
- Istituzione di un tavolo tecnico
- Abolizione immediata di vincoli ed incentivi per non coltivare i terreni
- Detassazione in agricoltura
- Agevolazione Carburante agricolo
- Cibi sintetici
- Fauna selvatica
- Riqualificazione delle figura dell’agricoltore
Le richieste spaziano tra timori per future restrizioni a problematiche storiche quali la regolazione dell’import e un maggior coinvolgimento degli agricoltori nelle decisioni. Sebbene ci siano diversi temi di sollevati quello che è balzato maggiormente all’attenzione è quello legato al Green Deal.
Cos'è il Green Deal?
Il Green Deal europeo, nato nel dicembre del 2019, è un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’UE sulla strada di una transizione verde con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il Green Deal mette in evidenza la necessità di un approccio intersettoriale in cui tutti i settori strategici pertinenti contribuiscano all’obiettivo ultimo in materia di clima.
Il pacchetto comprende iniziative riguardanti clima, ambiente, energia, trasporti, industria, agricoltura e finanza sostenibile, tutti settori fortemente interconnessi. Le iniziative mirano a raggiungere entro il 2030 la riduzione delle emissioni di Gas serra di almeno il 55%. Il Green Deal inoltre mira a mettere in campo strategie di adattamento ai cambiamenti climatici per il raggiungimento di una società resiliente ai cambiamenti climatici in grado di porre misure utili a mitigare i danni causati dal clima.
Uno dei punti fondamentali posti dal Green Deal è la biodiversità con la quale l’UE mira al recupero della biodiversità in Europa entro il 2030 al fine di apportare benefici alle persone, al clima e al pianeta. Per alcuni Stati membri e regioni il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 sarà più impegnativo che per altri e per questo l’UE ha previsto un meccanismo per una transizione giusta al fine di fornire sostegno finanziario e assistenza tecnica alle regioni più colpite dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2. Il meccanismo contribuirà a mobilitare almeno 55 miliardi di EUR nel periodo 2021-2027.
Il ruolo dell'agricoltura
L’agricoltura ha un grande ruolo nel Green Deal e per questo l’UE ha previsto investimenti ingenti erogati tramite la PAC (Politica Agricola Comune) che rappresenta lo strumento principale con cui l’UE sostiene l’agricoltura.
La PAC viene rinnovata ogni 5 anni e in passato ha già dimostrato di essere un strumento molto utile alla lotta ai cambiamenti climatici consentendo una riduzione del 21% di emissioni agricole dal 1990 al 2017 senza ridurre i livelli produttivi.
La PAC 2023-2027 comprende un maggiore sostegno con maggiori investimenti alla mitigazione dei cambiamenti climatici al fine di contribuire all’obiettivo del Green Deal nell’ambito dell’azione per il clima di azzerare le emissioni nette di gas serra in tutta l’UE entro il 2050.
La PAC e gli standard GAEC
Tutti i beneficiari dei fondi della PAC sono tenuti ad aderire a un insieme di standard fondamentali relativi a temi quali l’ambiente, il clima, la sanità vegetale e il benessere animale.
La condizionalità implica l’osservanza di requisiti di gestione imposti dalla legislazione dell’Unione Europea al di fuori della PAC, nonché l’adesione agli standard di buone condizioni agricole ed ambientali (BCAA, noti in inglese come GAEC) stabiliti dalla PAC. E’ bene sottolineare che la PAC non è un obbligo ma è uno strumento economico con cui l’UE supporta il mondo agricolo e ne indica delle direzioni.
Sia i pagamenti diretti di supporto che alcune iniziative di sviluppo rurale sono vincolati al rispetto di tali standard e requisiti. In questo modo, la condizionalità garantisce che tutti i beneficiari adottino pratiche di base, contribuendo così agli obiettivi ambientali, al contrasto dei cambiamenti climatici, alla salvaguardia della sanità vegetale e al benessere degli animali. Inoltre, assicura che il sostegno pubblico risponda alle aspettative della società in termini di gestione responsabile.
Lo standard GAEC è uno standard precedente al Green Deal. Rispetto ai requisiti validi fino al 2022, i nuovi requisiti GAEC rappresentano un incremento complessivo dei requisiti ambientali. Si prevede che il sistema di condizionalità coprirà una superficie di 144 milioni di ettari, pari al 90% dell’area agricola dell’Unione Europea.
GAEC prevede standard che riguardano aspetti come i cambiamenti climatici, l’acqua, il suolo, la biodiversità e le caratteristiche del paesaggio. Gli standard includono 9 requisiti riguardanti il pascolo permanente, la protezione di zone umide e torbiere, il divieto di bruciare la stoppa degli arati, fasce tampone lungo i corsi d’acqua, gestione della lavorazione del terreno, copertura minima del suolo, rotazione colturale, aree non produttive, e il divieto di convertire pascoli permanenti in siti Natura 2000. E’ molto importante notare che sono gli Stati membri ad avere il compito di implementare e adattare tali standard nei loro Piani Strategici della PAC, influenzando così l’impatto di ciascun standard nell’ambito degli obiettivi ambientali e agricoli dell’UE.
GAEC-8 e il tema dei terreni incolti
Uno dei punti più criticati dagli agricoltori è il vincolo di lasciare incolto il 4% dei propri campi, in modo da stimolare la biodiversità dei terreni ma è bene tenere presente che questo rappresenta un vincolo solo per accedere ai fondi della PAC.
Gli agricoltori italiani ed europei l’hanno sempre criticato, vedendolo come un inutile privazione di terreno potenzialmente produttivo. Il vincolo è contenuto nell’ultima versione della PAC, ma non è mai davvero entrato in vigore, dato che nel 2023 è stato sospeso a causa della crisi energetica e della guerra in Ucraina.
La misura sarebbe dovuta diventare effettiva dal gennaio del 2024, ma mercoledì 31 Gennaio la Commissione Europea ha proposto una deroga per il 2024, per cercare di rispondere alle tante proteste delle ultime settimane.
Di seguito riportiamo parte del comunicato dell’UE del 31 Gennaio 2024:
[…] Lo standard GAEC 8 richiede, tra le altre cose, di dedicare una quota minima di terreno coltivabile a zone o caratteristiche non produttive. Queste ultime si riferiscono tipicamente a terreni incolti, ma anche a elementi come siepi o alberi. Le aziende agricole con meno di dieci ettari di terreno coltivabile sono di solito esentate da questa obbligazione. Oggi, la Commissione offre la possibilità per tutti gli agricoltori dell’UE di essere esentati da questo requisito e di essere comunque idonei per il loro pagamento diretto di base della PAC.
Invece di mantenere incolto o non produttivo il 4% del loro terreno coltivabile, gli agricoltori dell’UE che coltivano colture fissatrici di azoto (come lenticchie, piselli o fave) e/o colture intercalari sul 7% del loro terreno coltivabile saranno considerati come soddisfacenti il requisito. Le colture intercalari sono piante che crescono tra due colture principali. Queste colture possono servire come foraggio per gli animali o come concime verde. L’uso di colture fissatrici di azoto e colture intercalari porta una serie di benefici ambientali per la salute del suolo, inclusa la biodiversità del suolo e la limitazione del drenaggio dei nutrienti. Le colture devono essere coltivate senza prodotti fitosanitari per mantenere l’ambizione ambientale della PAC. […]
In breve, da questo comunicato si evince che l’UE sottolinea come il 4% richiesto si riferisca ad aziende con più di 10 ettari e che tale terreno può essere computato considerando qualsiasi utilizzo a meno di quello della coltivazione. Inoltre l’UE sottolinea che questo terreno può essere utilizzato per particolari coltivazioni come lenticchie, piselli e fave.
Per cercare di tradurre il “4%” forniamo una piccola tabella esemplificativa.
Terreno coltivabile | 4% in cui poter coltivare colture fissatrici di azoto |
1 ettaro (esente) | 4 are |
2.5 ettari (esente) | 10 are |
5 ettari (esente) | 20 are |
10 ettari | 40 are |
25 ettari | 1 ettaro |
50 ettari | 2 ettari |
100 ettari | 4 ettari |
Conclusioni
Le tematiche green e sostenibilità sono di estrema importanza. L’Europa, prima degli altri continenti, si è impegnata ad affrontare in modo concreto tramite iniziative che coprono tutti i settori. Il cambiamento climatico è in atto e organismi come ICPP ci dicono che la finestra di azione si riduce sempre più velocemente e per questo gli Stati nel 2015 hanno sottoscritto l’accordo di Parigi sul clima. È importante comprendere che bisogna cambiare e che il cambiamento necessita di modifiche al nostro modo di fare. L’agricoltura non è esente da questo cambiamento, infatti ricordiamo che l’agricoltura è stato il primo modo con cui l’uomo ha impattato in modo notevole sull’ambiente. Tutti vogliamo vivere in un mondo più pulito e sostenibile. Il cambiamento è tuttavia da guidare in modo da perseguire lo stesso obiettivo europeo di “transizione giusta” e sostenere gli agricoltori nella transizione. Allo stesso modo questi ultimi devono prendere consapevolezza del loro ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici e devono essere collaboranti e segnalare agli Stati membri, tramite gli opportuni canali, come è possibile sfruttare i sostegni della PAC al meglio. E’ anche molto importante che gli agricoltori possano capire come questi obiettivi europei siano probabilmente l’unica strada per cercare di mitigare gli effetti climatici a cui gli agricoltori sono maggiormente esposti e che non possiamo mancare questa occasione. E’ un lavoro che va fatto insieme e ognuno deve contribuire e per questo le misure europee sono di tipo multi-settoriale.
Le proteste di questi giorni hanno probabilmente poco a che fare con il Green Deal e sono in realtà sintomo di un malessere diffuso nel mondo agricolo spesso non ben compreso e che si scontra quotidianamente con la tematica della globalizzazione e del mercato internazionale non sufficientemente regolato. La mancanza di piani agricoli strutturati e l’intensificazione delle colture rendono necessaria la presenza di filiere complesse senza le quali i prodotti non potrebbero raggiungere i consumatori sempre più esigenti. Tutta la filiera, schiacciata dalle risicate marginalità, produce sentimenti di sfiducia e paura. Il rapporto tra produttori, filiera e consumatori è probabilmente uno dei temi sottostanti alle proteste e al contempo toccato dalla PAC. I governi spesso mettono in atto misure temporanee fatte da concessioni e deroghe che oltre a placare le proteste hanno come unico effetto lo spostamento nel futuro del problema e l’instaurarsi di dipendenza da questi aiuti. Comprendere e risolvere questo tema in modo strutturale e rendere gli agricoltori competitivi, non solo con strumenti di sostegno economico, porterebbe giovamento a tutte le parti coinvolte e permetterebbe di evitare proteste in grado di minacciare il raggiungimento degli obiettivi europei.
Fonti
Coordinamento Nazionale Riscatto Agricolo (CNRA)
https://drive.google.com/file/d/1Qm31Qyw9hwEM6N_JA5At8bvm1-YjxqYg/view
Commissione Europea – Agriculture and rural development
https://agriculture.ec.europa.eu/sustainability/environmental-sustainability/cap-and-environment_it#:~:text=La%20PAC%202023%2D2027%20comprende,l%27UE%20entro%20il%202050
https://agriculture.ec.europa.eu/document/download/7b3a0485-c335-4e1b-a53a-9fe3733ca48f_en?filename=approved-28-cap-strategic-plans-2023-27.pdf
https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it
https://agriculture.ec.europa.eu/common-agricultural-policy/cap-overview/cap-2023-27_it#:~:text=Per%20il%20periodo%202021%2D2027,che%20ammonter%C3%A0%20a%2095%2C5
https://www.consilium.europa.eu/it/policies/green-deal/ https://agriculture.ec.europa.eu/sustainability/environmental-sustainability/cap-and-environment_it#:~:text=La%20PAC%202023%2D2027%20comprende,l’UE%20entro%20il%202050
https://agriculture.ec.europa.eu/common-agricultural-policy/cap-overview/cap-2023-27/key-policy-objectives-cap-2023-27_it
https://agriculture.ec.europa.eu/common-agricultural-policy/cap-overview/cap-glance_it
https://agriculture.ec.europa.eu/document/download/89b607ec-8a43-4073-bafd-f2493da7699e_en?filename=factsheet-newcap-environment-fairness_en.pdf&prefLang=it
Consiglio Europeo
https://www.consilium.europa.eu/it/policies/green-deal/
https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/european-green-deal_it
https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/european-green-deal/delivering-european-green-deal_it