Il biologico può essere la strada per la sostenibilità? Ne parliamo con Paolo, uno dei nostri produttori di olio biologico. Paolo è un giovane imprenditore agricolo, titolare dell’Azienda Agricola Paolo Silletti. L’azienda ha iniziato un percorso biologico dal 2010 e da qualche anno può vantare anche la produzione di un olio extravergine di oliva multivarietale biologico dal nome Esperanto.
Paolo è uno dei primi aderenti al progetto Liscio come l’Olio del quale condivide pienamente i valori e l’obiettivo dell’olivicoltura sostenibile.
Gli abbiamo fatto qualche domanda per capire i motivi che nel 2010 hanno spinto un giovane agricoltore a scegliere la strada del biologico.
Siamo andati a incontrarlo nella sua Azienda Agricola di Montalbano Jonico in contrada Carleo. Prima delle domande ha voluto che visitassimo uno degli uliveti da cui nasce Esperanto e ci ha fatto vedere alcuni dei locali interessati alla produzione dell’olio. Terminata la visita ci siamo recati nell’uliveto ed è stato lì che abbiamo avuto modo di porgli alcune domande inerenti alla produzione biologica.
Qual è stata la principale motivazione dietro la decisione di creare una azienda con vocazione biologica? Ci sono valori specifici o motivazioni ambientali che hanno guidato questa scelta?
Ho intrapreso la scelta del biologico per due motivi: il principale riguarda l’aspetto etico; il secondo è quello di voler investire sulla qualità per poter valorizzare i miei prodotti e ottenere così migliori profitti.
Credo fermamente che si può fare una agricoltura biologica seguendo i disciplinari di produzione e riducendo drasticamente l’uso di pesticidi. Al loro posto possiamo usare tecniche e prodotti autorizzati per la coltivazione biologica. Evitare l’uso di prodotti chimici ci permette di pesare meno sull’ambiente.
La conversione della propria azienda agricola in biologica ha anche dei vantaggi fiscali. Le aziende bio possono accedere a incentivi e non dimentichiamo che i prodotti biologici sono percepiti come di maggiore qualità sul mercato e pertanto i consumatori sono disposti a pagarli in misura maggiore rispetto a quelli realizzati in modo convenzionale. In breve posso dire che a maggiore qualità corrisponde maggiore vantaggio economico per l’azienda agricola.
Puoi descrivere brevemente il processo che hai affrontato per ottenere la certificazione biologica? È stato un processo complesso e costoso? È alla portata di tutti?
Il passaggio al biologico è alla portata di tutti. Un’azienda agricola può permettersi la conversione biologica perché i costi da sostenere sono contenuti e in generale il vantaggio realizzato viene ampiamente ricompensato.
L’iter amministrativo prevede numerosi adempimenti e richiede un organismo di controllo che verifica che tutto venga fatto come previsto. È richiesto che l’azienda agricola abbia anche della documentazione comprovante la produzione biologica e pertanto è necessario, almeno nei primi anni, avvalersi di consulenze di esperti.
Hai dovuto cambiare il tuo processo produttivo e/o il tuo modo di lavorare?
Si. Non potendo usare diserbanti chimici, ampiamente utilizzati per la loro efficacia nell’agricoltura convenzionale, ho dovuto optare per lavorazioni agro-meccaniche con un incremento dei tempi di lavorazione. L’agricoltura biologica ci chiede di rispettare maggiormente i tempi naturali della pianta che spesso non sono compatibili con i tempi “commerciali”. Bisogna entrare nell’ottica di un “rallentamento”. Il biologico ci porta a ritornare ad attendere per avere prodotti migliori. Per essere più chiaro posso fare l’esempio della fertilizzazione: con la fertilizzazione naturale, fatta con il letame, si ottengono risultati sulla pianta in 6 mesi, con quella fatta con prodotti chimici si vedono i risultati già in 15 giorni. Io preferisco attendere.
Anche dal punto vista amministrativo? Il passaggio al bio ti ha obbligato ad avere una contabilità agricola migliore?
Non nascondo che all’inizio ritenevo che la documentazione necessaria alla produzione biologica potesse rappresentare un ostacolo amministrativo ma con il tempo ho potuto capire che documentare tutte le fasi della produzione mi aiuta ad avere un miglior controllo dei costi. Ora posso conoscere meglio le spese che sostengo e così riesco a capire quali sono le fasi della produzione che pesano maggiormente sul prodotto finale.
Quali vantaggi hai notato nel produrre olio biologico rispetto a una produzione convenzionale?
Investiamo nella produzione di una qualità superiore anche a discapito della resa. Per affrontare la minaccia della mosca olearia, anticipiamo la raccolta quando le olive presentano ancora il caratteristico colore verde. Sebbene ciò comporti una minore resa rispetto alla raccolta delle olive più mature, ci permette di ottenere un olio di eccellente qualità con una ridotta acidità. Questa decisione, se da una parte determina una minore quantità di prodotto finale, dall’altra si traduce in un prezzo più alto per il consumatore. Tuttavia, riconoscendo il valore intrinseco di questo olio superiore, il consumatore è ben disposto a investire in un prodotto che soddisfa le sue aspettative di qualità.
Ci sono sfide specifiche o difficoltà che hai affrontato nel passaggio a una produzione biologica? Come le hai superate?
Le sfide sono molte. La principale riguarda il principale antagonista dell’olivo: la mosca olearia. Questo insetto è una vera minaccia per l’olivicoltura. Nell’agricoltura convenzionale vengono impiegati insetticidi ma nell’agricoltura biologica questi prodotti non possono essere impiegati. Tuttavia è possibile combattere questo insetto in modo alternativo: anticipiamo la raccolta, utilizziamo trappole per insetti e facciamo ricorso a prodotti insetticidi approvati dai disciplinari biologici.
Rispetto ad altre colture bio l’olivicoltura è più difficoltosa?
La conversione di un uliveto in un uliveto biologico è semplice perché la pianta è naturalmente ben predisposta al biologico e non richiede molti interventi umani cosa che invece è decisamente necessaria per altre colture come pesche, percoche, susine e albicocche.
Ritieni che i consumatori siano sufficientemente informati e consapevoli dei vantaggi degli oli biologici? Come hai cercato di educare o informare il tuo pubblico?
No. Il consumatore non è informato adeguatamente né sui vantaggi di adottare prodotti biologici né su cosa intenda realmente la dicitura “biologico” sui prodotti che acquista. Le persone credono che “bio” sia sinonimo di produzione con assenza totale di uso di prodotti fitosanitari. Questo non è corretto. Con prodotto “bio” si intende produzioni per cui sono consentite solo alcune categorie di prodotti fitosanitari, quelli previsti dai disciplinari biologici. Non impiegare questi prodotti significherebbe non “curare“ la pianta e quindi lasciarla in uno stato di abbandono. In breve “bio” significa usare i prodotti giusti.
Negli anni ho provato a spiegare meglio queste differenze ma c’è ancora tanto da fare. L’ho fatto tramite la mia pagina social e partecipando, dove ho potuto, ad eventi pubblici organizzati da vari enti e associazioni. Ora, grazie a Liscio come l’Olio, posso farlo in un modo nuovo e questa intervista ne è un primo esempio.
Ora parliamo di sostenibilità. Cos’è per te la sostenibilità?
Per me la sostenibilità è la capacità di essere il meno impattanti possibile sull’ambiente ed essere allo stesso tempo produttivi per avere profitti senza alterare l’equilibrio ambientale.
Ci sono piani o strategie specifiche per migliorare ulteriormente la sostenibilità del tuo processo produttivo?
Ho diversi progetti in corso e tanti vorrei farne in futuro. Riguardano la conservazione e l’incremento della mia produzione biologica. Voglio dotare la mia azienda delle nuove tecnologie: droni, sensori, stazioni di monitoraggio meteo e voglio sfruttare i dati che queste tecnologie possono fornire per migliorare la produzione e renderla più sostenibile. Allo stesso tempo voglio dotarmi di nuove attrezzature agricole con le quali potrò ottenere un risparmio energetico e potrò raggiungere lavorazioni più precise.
Oramai tutti sanno che un olio extravergine di qualità contribuisce in maniera importante alla salute. Noi consumatori abbiniamo alla parola biologico anche la parola salute. E’ davvero così per l’olio? Si può dire che gli oli biologici contribuiscono maggiormente alla salute rispetto a quelli non biologici? Esistono studi scientifici a riguardo?
La questione se l’olio extravergine biologico sia più salutare di quello convenzionale è un argomento complesso e dipende da diversi fattori. La minore presenza dei pesticidi e l’uso di tecniche agricole organiche, consente all’olio biologico di essere un prodotto sicuramente più genuino e meno alterato ma affermare con certezza che l’olio biologico sia un prodotto significativamente più salutare rispetto a quello convenzionale è una questione più complessa. In questi anni ho letto numerosi studi in merito e la questione, dal mio punto di vista, appare ancora da approfondire maggiormente.
Alla luce della tua esperienza, consiglieresti ad altri produttori di olio di adottare pratiche biologiche? Quali consigli dareste a chi sta considerando il passaggio a una produzione biologica?
Incoraggio chiunque a pensare di convertire le proprie produzioni al biologico. Alla base c’è una questione etica: bisogna esserne convinti! Gli investimenti sulle produzioni biologiche possono apparire importanti ma permettono un rapido ritorno economico perché il prodotto di qualità viene apprezzato maggiormente dai consumatori. Inoltre nel lungo periodo, le produzioni biologiche permettono di ottenere un risparmio: curare e nutrire meglio le piante ci permette di avere piante più sane. Piante più sane richiedono un minore impiego di prodotti fitosanitari e così meno costi.
Da quando hai iniziato questo percorso biologico hai notato un aumento della domanda o del gradimento da parte dei consumatori per prodotti biologici?
La produzione biologica mi ha fatto acquisire nuovi clienti. I clienti quando scoprono che la mia azienda è biologica si mostrano più interessati e questo mi permette di creare delle relazioni durature che vanno oltre l’acquisto dei miei prodotti.
A mio avviso, nel mondo bio è meno efficace la figura di chi acquista grandi partite di olio per rivenderle ai consumatori. In questo caso, i grossisti, trasformando i prodotti biologici dei piccoli produttori ne fanno perdere l’essenza. È molto più efficace il rapporto diretto con il consumatore. Biologico suona come “genuino” e questa genuinità viene trasmessa meglio quando i consumatori possono conoscere chi produce il loro olio. Il rapporto diretto mi permette di creare un rapporto di fiducia e permette al consumatore di apprezzare al meglio i miei prodotti.
Quali sono stati i feedback più comuni che hai ricevuto dai consumatori riguardo al tuo olio biologico?
Ho ricevuto ottimi riscontri: tutti i miei clienti sono tornati ad acquistare i miei prodotti. Questo dimostra la soddisfazione del consumatore e anche quando sono stato costretto ad aumentare il prezzo nessuno dei miei clienti ha deciso di rivolgersi ad un altro produttore. Questo dimostra che la genuinità e la creazione di relazioni durature sono la chiave per il successo delle aziende agricole biologiche.
E in futuro? Hai progetti o obiettivi specifici relativi alla tua produzione di olio biologico? Ci sono innovazioni o cambiamenti che stai valutando per il futuro?
Il progetto principale è quello di incrementare la qualità dei miei prodotti e cercare di produrne sempre di più. Questo potrà essere fatto investendo nell’acquisto di nuovi macchinari e innovando. Alcuni di questi investimenti andranno verso l’acquisto di sistemi di filtraggio, di imbottigliamento automatici e silos con azoto per poter conservare l’olio al meglio.
Chiudiamo ringraziando Paolo per aver voluto condividere la sua esperienza e chiedendo il suo punto di vista sul progetto Liscio come l’Olio.
Cos’è per te Liscio come l’Olio e perché hai aderito?
Per me Liscio come l’Olio non è solo una piattaforma web che mi permette di vendere olio a nuovi clienti ma è un progetto più ambizioso. Liscio come l’Olio è un progetto di olivicoltura sostenibile. Le motivazioni che mi hanno portato ad avere oggi una azienda agricola biologica sono in continuità con quanto espresso dal progetto. Il biologico oggi rappresenta un modo per essere sostenibile dal punto di vista ambientale ma voglio che questa sostenibilità vada oltre e impatti anche su aspetti sociali e credo che il progetto Liscio come l’Olio possa essere l’occasione per poter realizzare questi miei obiettivi.